Nato a Venezia nel 1924, Vinicio Vianello rappresenta una delle personalità più significative della scena veneziana del secondo dopoguerra e uno degli artisti tra i più interessanti nel panorama della pittura italiana degli anni Cinquanta e Sessanta. Un artista poliedrico che si è occupato di pittura, ceramica, vetro, design, illuminazione, interventi nell’architettura fino alla ricerca delle energie solari e alternative. L’opera di Vianello si contraddistingue da una pittura elementare con una consistenza plastica carica di figurazioni enigmatiche e conturbanti.
A fianco di Lucio Fontana è stato uno degli esponenti dello Spazialismo, condividendo con il maestro lo spirito di ricerca d’avanguardia e l’interesse nei confronti di ogni possibile materiale utile a dare nuove forme e risultati all’arte. Frequenta l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Giuseppe Cesetti e si avvicina al vetro come mezzo di espressione artistica che studia anche con la frequentazione delle fornaci muranesi, dove apprende le tecniche del mestiere.
A fianco di Lucio Fontana è stato uno degli esponenti dello Spazialismo, condividendo con il maestro lo spirito di ricerca d’avanguardia e l’interesse nei confronti di ogni possibile materiale utile a dare nuove forme e risultati all’arte.
Frequenta l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Giuseppe Cesetti e si avvicina al vetro come mezzo di espressione artistica che studia anche con la frequentazione delle fornaci muranesi, dove apprende le tecniche del mestiere.
Ingegnoso sperimentatore e inventore di forme nel mondo del vetro e del design, nel 1950 partecipa alla Biennale d’Arte, dove presenta le sue prime opere create dal maestro Alfredo Barbini, caratterizzate dall’asimmetria dei pezzi, andando a rompere gli antichi parametri della tradizione di questa lavorazione.
Influenzato dalle scoperte nel campo della fisica nucleare, partecipa alla Biennale di Venezia del 1952 con la serie Esplosioni nucleari, grandi vasi astratti creati dal maestro Ferdinando Tosi.
Nel 1956, riceve l’incarico dall’Istituto Veneto per il Lavoro, di allestire la mostra dedicata al vetro di Murano a Göteborg, presso il RöhsskaKonstslöjdmuseet, riscuotendo grande successo per la particolare disposizione dei pezzi secondo misure e colori in relazione alla grande vetrata che faceva da sfondo. L’anno successivo, Vianello ottiene il premio Compasso d’Oro conferito alla Triennale di Milano,per i suoi vasi variante realizzati da Lino Tagliapietra.
Le sue sculture in vetro – Reazione nucleare, Esplosione a Las Vegas – o i suoi vasi asimmetrici, così come le lampade o le immense creazioni in vetro degli anni Sessanta e Settanta, sono considerate capisaldi del design e della sperimentazione tecnica. A Venezia fondò con Giulio Carlo Argan, Carlo Scarpa e Franco Albini il corso sperimentale di progettazione per disegnatori industriali e per artigiani,presso l’Istituto Veneto per il Lavoro. Il corso si orientava verso una specifica preparazione nella progettazione di oggetti d’uso destinati alla produzione industriale.
Vero e proprio manifesto di una nuova pittura è la cartella di grafiche editata nel 1952 dalla Galleria del Cavallino. Si tratta di un gruppo di litografie – 5 idee spaziali – che assunsero anche la funzione di programma teorico, accompagnata da uno scritto dell’autore che annunciava quel momento come una svolta epocale. Si prospettava lo sviluppo di una nuova concezione estetica tra razionalità progettuale, sapienza costruttiva e libertà immaginativa. Ciò spingeva il pittore ad impiegare sempre più materie e tecniche attinte dal designer, a realizzare forme e oggetti in vetro, e a concepire strutture plastiche modulari per residenze private e centri urbani, sperimentando innovativi sistemi di illuminazione a beneficio di un maggiore rispetto ecologico.