Pep Marchegiani nasce ad Atri nel 1971. La sua arte, dalla chiara impronta pop, è volta al feroce sarcasmo contro il potere politico, all’ironia, provocazione, come modalità di denuncia delle propaggini del potere e del consumismo. Nel 1989 fonda un giornale satirico, chiuso dopo tre anni per l’ingerenza delle beghe legali dei politici presi di mira. La sua vicinanza al mondo dell’arte avviene già nel 1991, dalla prospettiva di fashion designer e art-director per il collezionista d’arte Wicky Hassan.
Dopo tre anni, fonda il proprio brand ma è quando si trasferisce in Senigallia, nel 1996 che alterna seriamente l’attività di fashion designer e quella di artista. Nel 2008 pubblica una sua opera sul social Facebook che in poco tempo diventa virale in tutto il mondo, provocando un’ondata di notorietà: la sua pagina personale conta 350.000 follower e 4 milioni di interazioni settimanali, già nel 2009. Il successo eclatante in poco meno di due anni, convince l’artista a registrare il proprio marchio Pep Marchegiani, nel 2010, anno dove viene invitato alla Biennale del Cinema di Venezia a esporre l’opera Pope, raffigurante Giovanni Paolo II. L’Huffington Post Usa inserisce la sua opera tra le sedici più significative, assieme a Cattelan e Bacon.
Dopo tre anni, fonda il proprio brand ma è quando si trasferisce in Senigallia, nel 1996 che alterna seriamente l’attività di fashion designer e quella di artista. Nel 2008 pubblica una sua opera sul social Facebook che in poco tempo diventa virale in tutto il mondo, provocando un’ondata di notorietà: la sua pagina personale conta 350.000 follower e 4 milioni di interazioni settimanali, già nel 2009. Il successo eclatante in poco meno di due anni, convince l’artista a registrare il proprio marchio Pep Marchegiani, nel 2010, anno dove viene invitato alla Biennale del Cinema di Venezia a esporre l’opera Pope, raffigurante Giovanni Paolo II. L’Huffington Post Usa inserisce la sua opera tra le sedici più significative, assieme a Cattelan e Bacon.
Nel 2011 arrivano le prime mostre importanti in Italia e nel 2014, decide di utilizzare le performance, nel segno dell’irriverenza e della provocazione, come approccio significativo di denuncia contro un sistema di potere inefficace e corrotto: Ilva Magique a Taranto, Il ponte della Vergogna (contro il Ponte di Calatrava) a Venezia e Fu-renze, a Firenze, Vendesi rustico da ristrutturare (Reggia di Caserta, Calabria) e Aquila Expò.
La denuncia attraverso performance, t-shirt col suo marchio e opere, non risparmia, anzi capovolge l’arroganza e il razzismo di alcuni protagonisti della politica italiana, trasformati in feticci delle multinazionali, prodotti da supermercato o buffi personaggi Disney.
Le sue performance dissacranti e l’ironia trapelata nei quadri surreali, dove il potere di personaggi famosi viene capovolto e deriso, catturano l’attenzione dei media. Vere e proprie azioni situazioniste di Pep Marchegiani rimbalzano sui maggiori quotidiani. La città di Pescara, nel 2016, gli dedica la prima personale. Sempre a Pescara nasce il sodalizio con l’art-advisor e collezionista Massimo Fazzini, che in poco tempo diventa il mercante di riferimento dell’artista e lo lancia nel mondo dei galleristi e delle fondazioni.
La vorticosa ascesa nel mondo dell’arte contemporanea di Pep Marchegiani, è la testimonianza non solo di un talento raro ma dimostra che la libertà e la dissacrazione del potere e la messa a nudo delle sue debolezze, sono un urlo liberatorio, carnevalesco, da recuperare come missione per gli artisti contemporanei.